Titolo originale: La Sylphide
Debutto: 12 Marzo 1832, Operà di Parigi
Librettista: A. Mourrit
Coreografo: F. Taglioni
Musiche: Schneitzhoeffer
Interpreti: Maria Taglioni, Noblet, Mazilier, L. Elie
Opera: in due atti
La Syplhide è stato il primo balletto sulle punte: la tecnica definita en pointe richiede che il piede si alzi da terra scaricando tutto il peso del corpo sulla punta, utilizzato per donare maggior grazia e leggerezza alla ballerina. Intorno al 1820 molte ballerine incominciarono a sperimentare questa tecnica, ma l'apoteosi e la conseguente affermazione la si avrà proprio in questo balletto, quando Maria Taglioni, prima grande ballerina della Silfide, salirà in punta per donare leggerezza e bellezza al suo personaggio.
Il balletto è ispirato al racconto di C. Nodier Trilby, ou le Lutin d’Argail (1822) la cui trama romantica è incentrata sull’impossibile amore tra un essere umano e una creatura soprannaturale.
La vicenda è ambientata sulle Highland scozzesi: dove il protagonista è James, che riceve in sogno una visita da una Silfide alla vigilia delle sue nozze con la sua fidanzata Effie.
In tutto il balletto la Silfide si muove con grazia e leggiadria: le braccia devono essere leggere e morbide, in contrapposizione con James che è sinonimo di forza e presenza fisica.
Con l’entrata in scena della futura sposa e un gruppo di scozzesi, iniziano i preparativi delle nozze; tra gli ospiti compare anche la maga Magde, una terribile strega che ammonisce James con tremende profezie. Magde non rappresenta soltanto il lato oscuro del male ma è anche il motore drammatico della storia; inoltre, non danza, ma mima i gesti muovendosi a tempo di musica.
La Silfide ricompare, ma solo James la può vedere, che prima della cerimonia ruba l’anello nuziale destinato a Effie; così, James la insegue nella foresta, abbandonando la fidanzata.
Gurn, innamorato e deluso dalle nozze di Effie, assiste alle effusioni amorose tra l’uomo e la Silfide: corre da Effie svelandole il tradimento.
Il secondo atto si svolge nel bosco incantato, dove la strega con le sue diaboliche compagne è indaffarata a creare incantesimi.
Intanto la Silfide presenta James alle sorelle, ma questi vedendo tutte le creature identiche a Silfide è assai confuso, poiché non riesce a distinguere la sua amata dalle altre. Intanto Gurn trova la strega che gli consiglia di corteggiare la sua amata e di sposarla.
Successivamente James riceve in dono dalla strega Madge un drappo magico, che dovrebbe consentirgli di catturare la sua Silfide.
Ma quando il ragazzo cerca di appoggiare il drappo su di lei, le ali della creatura cadono a terra e la Silfide muore tra le braccia di James. Un corteo di silfidi scende dal cielo per raccogliere la sorella: James è sconvolto e scappa, da lontano, si accorge di un altro corteo, quello delle nozze di Effie con Gurn.
Struttura del balletto:
Atto I
Preludio
James sta dormendo seduto sulla poltrona
Entra Gurn che schernisce James
Arrivano gli ospiti
Entra furtivamente Madge
Madge predice che Effie non sposerò James ma Gurn
James è solo adesso
Pas de deux di Effie e James
La Sylphide implora James di abbandonare Effie
Atto II
Nella foresta
La danza delle silfidi
Le silfidi circondano James
James e la Sylphide
Entrano i contadini scozzesi
Effie e i contadini
Entra James e Madge si nasconde
James dona alla Sylphide la sciarpa
La Sylphide muore
Il corteo di matrimonio di Effie e Gurn
Sylphide Ballet
con Erik Bruhn e Carla Fracci
Video: Les Sylphides (Mikhail Barishnikov & American Ballet Theatre)
La Sylphide è l’archetipo del balletto romantico per le sue connotazioni estetiche, per la nuova tecnica di danza assolutamente rivoluzionaria, per l'incarnazione degli ideali di bellezza e purezza che emana e che ne hanno fatto un modello: il ballet blanc.
Dalla Silfide in poi, tutti i balletti del repertorio ottocentesco offrono un “atto bianco”: caratterizzato da particolari creature avvolte da tutù e scarpette bianche come le silfidi, le villi o le ondine, frutto di visioni che appartengono al mondo fiabesco del Romanticismo. Drammaturgicamente parlando questo atto viene interpretato come una fuga dalla realtà da parte dei protagonisti della vicenda per vivere in un mondo incantato e libero da regole.
La Sylphide, che ci è pervenuta intatta dall’Ottocento, non è quella francese, diretta da Filippo Taglioni (liberamente ripresa da Lacotte), bensì quella danese, coreografata da August Bournonville: quest’ultimo aveva ammirato la rappresentazione di Taglioni a Parigi e successivamente decise di allestirla a Copenaghen per la sua allieva preferita: Lucile Grahn.
A causa dei diritti d’autore, Bournonville commissionò una nuova partitura al compositore Herman Severin Løvenskjold e, con una nuovo allestimento scenografico nacque nel 1936 la Sylfiden.
Esiste anche una terza versione, quella italiana realizzata nel 1841 da Antonio Cortesi per la ballerina napoletana Fanny Cerrito, che fu rappresentata al Teatro alla Scala di Milano: questo balletto è stato composto da tre compositori tra cui Gioacchino Rossini.
Nel 1972 ci fu una rivisitazione della Silfide, da parte del coreografo Pierre Lacotte che racconta la sua nascita durante un’intervista: “Mentre scrivevo un libro sul balletto romantico ho ritrovato dei documenti eccezionali su La Sylphide.
Ricerche approfondite mi hanno portato a scoprire nelle collezioni private tutta una documentazione che mi ha permesso di ricostruire la versione autentica del balletto di Filippo Taglioni.
L’inventario dettagliato dei costumi, i disegni del coreografo, le critiche che descrivevano l’inanellarsi dei passi, le partiture annotate che spiegavano tutto l’allestimento, tale è stato il frutto di una ricerca appassionata che ho condotto attraversando tutta l’Europa.
Presentai allora il mio dossier alla televisione francese che decise di allestire l’opera. Yves-André Hubert realizzò un film, programmato con grande successo il primo gennaio 1972.
La direzione del Teatro Nazionale dell’Opéra di Parigi mi invitò a includere La Sylphide nel repertorio.
Fu una gioia profonda far rivivere il balletto sulla scena. E sono felice di constatare che in tutti i Paesi dove ho allestito La Sylphide, quest’opera, dopo più di 170 anni, scatena sempre le stesse passioni. E’una gioia includere La Sylphide nel repertorio del Corpo di Ballo del Teatro alla Scala.”