VITTORIA OTTOLENGHI

Vittoria Ottolenghi

i suoi LIBRI


- articolo di IRENE ROMANO
"Se qualcuno mi chiedesse: "Ha studiato danza?"
quasi mi offenderei.
Un critico di Danza non deve essere un ballerino mancato."

Le ”D” di Vittoria Ottolenghi: Donna, Danza, Differenza
lei è stata la vera Signora della Danza italiana.
Ancora oggi dobbiamo dirle GRAZIE per il suo impegno nella diffusione della cultura della Danza attraverso i suoi approfondimenti in TV (Rai) e i suoi eventi dal vivo. Stimata dai più grandi danzatori e amata dal grande pubblico televisivo.
Le sue "Maratone d'Estate" rimarranno nella Storia della TV italiana.





intervista:
VITTORIA si racconta



Non è stata una danzatrice
ma ha donato moltissimo al mondo della Danza.
Il 9 dicembre 2012 a Roma si è spenta a 87 anni la signora della danza. Era la figura italiana più autorevole per il giornalismo sul mondo della danza.

Vittoria ha esercitato sin dall'età di trent'anni l'attività di scrittrice, critica, saggista e giornalista dedicandosi in particolar modo allo spettacolo, tanto da affermarsi come tra le più celebri esperte italiane di balletto e di danza. Ha vissuto e lavorato a Roma per anni.
Appassionatasi poi allo studio della danza, è stata una delle più care amiche di Rudolf Nureiev ed ha iniziato la sua attività critica lavorando per oltre dieci anni alla monumentale Enciclopedia dello spettacolo.

VITTORIA OTTOLENGHI
Vittoria con Heather Parisi e Raffaele Paganini


Per oltre dieci anni ha collaborato al festival dei Due Mondi di Spoleto e dal 1988 al 1996 ne ha curato il coordinamento per il settore Danza.

Fin quando le è stato possibile, è sempre stata in movimento su e giù per l’Italia e per i teatri, inseguendo il nuovo, il bello, l’eccitante nell’arte del movimento per eccellenza, la danza.
Vi si era imbattuta quasi per caso, chiamata da Silvio D’Amico a lavorare per l’Enciclopedia dello spettacolo, un’opera monumentale che la assorbì per dieci anni e la convertì per sempre al mondo di Tersicore.
Procedendo , allo stesso modo, nel suo incedere nell’arte della critica per continui colpi di fulmine.

Dietro al suo aspetto, mantenuto identico nel tempo (un filo di perle al collo, i capelli lisci composti da un eterno cerchietto) c’era un vulcano in ebollizione, pronto ad accendersi con un lampo d’azzurro pungente, a tratti malizioso, negli occhi quando gli accadeva di scorgere qualcosa di interessante sul palcoscenico. Allora era amore, anzi passione pura.
Come per Rudolf Nureyev, di cui è stata grandissima amica e confidente. O per la nostra Elisabetta Terabust. O ancora per le abbaglianti magie e i giochi ottici di un prestigiatore di danze come Moses Pendleton e i suoi Momix.

Sostenitrice convinta di un'arte democratica, ovvero di una danza che fosse accessibile a tutti, è stata un’eccellente divulgatrice, improntando la sua identità in quelle Maratone televisive – memorabili spazi di intrattenimento intelligente e colto - dove ha fatto conoscere tutti i grandi protagonisti della danza a generazioni intere.
Ma anche portando la danza nelle piazze più belle d’Italia con eventi pensati appositamente e ripresi da Raiuno con la collaborazione di Vittoria Cappelli , in un percorso parallelo che già Béjart aveva intuito e messo a punto: far uscire i danzatori dal chiuso dei teatri e portarli fra la gente.

Tante e fitte le sue collaborazioni sulla carta stampata, da quelle degli esordi per Paese Sera al Mattino, al Resto del Carlino all’Espresso, dove ha scritto fino all’ultimo. Mantenendo quel suo sguardo curioso, attirato dal nuovo, incurante delle categorie, cosa che le ha permesso – tra l’altro – di intuire senza pregiudizi per una formatasi alla corte del classico, la forza trainante dell’hip hop.

Numerose le sue presenze a sostegno e anima delle cose di danza (le maratone a Spoleto, le rassegne, le conferenze-spettacolo, i saggi, le lezioni, i libri…). Incedeva con passo sicuro, come quando da ragazza era sfuggita per un pelo alle retate degli ebrei a Roma perché era apparsa tanto “ariana”, così bionda, altera e con gli occhi azzurrissimi.

Vittoria aveva una natura aperta, sconfinata, fatta per i grandi respiri e gli orizzonti larghi e ... di passione pura per la danza!


Intervista del 1980 "Teatromusica"


Vittoria Ottolenghi

I SUOI LIBRI:

Balletto - Libri di Danza

LA DANZA
Biografia di Vittoria Ottolenghi

Scritto nel 2010.
Vittoria Ottolenghi è la numero uno dei critici italiani di danza, ma non solo: è la sola a non essere una "ballerina mancata". Alla danza infatti è arrivata per caso, inventando la prima Maratona di Danza al Festival di Spoleto di Giancarlo Menotti e riuscendo poi a portarla anche in televisione insieme a centinaia di spettacoli, festival, rassegne, e alla memorabile serie di trasmissioni 'C'è musica e musica', con Luciano Bario.
Molte etoiles devono a lei la loro fortuna e l'hanno onorata della loro amicizia (Carla Fracci e Rudolf Nureyev su tutti) e la sua vita è così straordinaria che merita di essere raccontata. Così, oggi, fresca ottantaquattrenne, racconta la "sua" storia della danza in Italia.
Puoi acquistarlo direttamente on line



Balletto - Libri di Danza

Perché ancora Giselle?
Dialogo sul balletto perfetto

di VITTORIA OTTOLENGHI

Scritto nel 2007. Arte impalpabile come l'aria, la danza "che non si scrive" (a differenza della musica di cui restano le partiture) "quando è finita è finita per sempre", afferma Vittoria Ottolenghi. Sfida il tempo grazie alla reinvenzione continua del coreografo e al talento dei ballerini. Vive nell'istante supremo in cui la loro interpretazione e la rappresentazione coreografica si fondono in uno spettacolo teatrale capace di suscitare nel pubblico emozioni forti e indimenticabili.
Ecco perché il titolo "ancora Giselle". Perchè "Giselle", balletto del 1841 e tuttora rappresentato ogni anno, è divenuto l'emblema del "balletto perfetto". E' da "Giselle" che inizia così l'appassionata conversazione della Ottolenghi nel suo libro dedicato alla danza.
Valutazioni, aneddoti, storie vere, testimonianze dirette sui grandi interpreti del nostro tempo, scorrono nello stile informale dell'autrice che, sorretta dall'esperienza di una vita e dallo spirito critico di giornalista appassionata che l'hanno resa famosa, ci offre del balletto classico una lettura in chiave moderna e provocatoria.   Puoi acquistarlo direttamente on line



VITTORIA OTTOLENGHI
Vittoria in prova con Nureyev


Dicono di lei:

Micha Van Hoeche (direttore corpo di ballo del Teatro dell'Opera di Roma) ha ricordato Vittoria Ottolenghi come una regina:
"Con la sua bacchetta magica - ha spiegato - trasformava le idee in splendidi spettacoli. La conobbi in compagnia con Maurice Be'jart.
Fu lei a chiedermi di raggiungerla nella capitale, all'Accademia nazionale di Danza, con i giovani danzatori della scuola Mudra che dirigevo a Bruxelles. Una donna colta, appassionata, di straordinaria energia e entusiasmo, alla quale dobbiamo tutti qualcosa."

Il noto ballerino Raffaele Paganini la ricorda così:
"INFINITA GRATITUDINE alla vera SIGNORA (zia).
Una donna di grande generosità nei confronti di tutti noi. Ci ha insegnato valori importanti, imprescindibili nei confronti dell'arte e della cultura.
Non dimenticherò mai l'ultima telefonata. Le chiesi come stava. Era felice, mi rispose semplicemente, come fosse la cosa più naturale del mondo, "Raffaele, cosa posso fare per te?" Era a letto, immobile, quasi cieca. Ma Vittoria era così."

Kledi Kadiu l'ha ricordata così:
"L'ho conosciuta nell'ultima fase della sua vita. E' anche grazie a lei che è nato il progetto televisivo di cui mi occupo oggi (STEP e poi Progetti di Danza per Rai5). Intervistarla è stato un vero piacere: ascoltare le sue memorie riguardanti i più importanti nomi della Danza sembrava di ascoltare delle bellissime favole. E' stata una donna di grande spessore."

Joseph Fontano la ricorda così:
“Personalmente ringrazio Vittoria Ottolenghi riconoscendola come una delle colonne più importanti della mia carriera. Ha saputo indirizzarmi e consigliarmi con garbo, nei momenti personali di confusione artistica. Era tenera, onesta e feroce allo stesso tempo. Diceva: bisogna essere nel posto giusto al momento giusto, e lei davvero lo è stata, affiancando la danza come un’amazzone forte e guerriera, quasi senza regole e senza fine. Vittoria di certo non ti dimenticherò mai."

Federico Mollicone (presidente Commissione Cultura di Roma Capitale)
ha così dichiarato:
"Esprimo profonda commozione per la scomparsa di Vittoria Ottolenghi, la più importante giornalista e grande critica della danza italiana, che attraverso la memorabile trasmissione "Maratona d’estate" ebbe l’intuizione di far conoscere la danza di alto livello al grande pubblico nazionale e internazionale. Ai suoi familiari, amici e colleghi va il commosso ricordo dell’Amministrazione capitolina."

Irene Romano (ideatrice di www.DanzaDance.com e DanzaTV):
"Vittoria Ottolenghi è stata una persona che ho AMMIRATO PROFONDAMENTE.
Il suo amore per la danza e la sua voglia di promuovere quest'arte in Italia era davvero speciale. Ha fatto davvero molto per gli Artisti di qualità e per la promozione del loro lavoro e spero un giorno di diventare, almeno la metà, di quello che è stata lei per la Danza italiana."


VITTORIA OTTOLENGHI
Vittoria con Kledi Kadiu


VITTORIA OTTOLENGHI
Vittoria con Joseph Fontano


BRAVO RUDY

Vittoria Ottolenghi è stata grande amica di RUDOLF NUREYEV.
Questo ha permesso di realizzare questo prezioso documentario del periodo in cui Nureyev stava lavorando in Italia.